LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

giovedì 1 novembre 2012

141 - DOVE ANDREMO A FINIRE?

05. Dal “Diario” di Padre Piamarta di Pier Giordano Cabra
 
Brescia 23 maggio 1911
Ho appena scritta una lettera all’ “arcicarissimo e reverendissimo” Padre Secondo Zanetti, gesuita missionario in India, con il quale sono legato da antica amicizia. A lui, sempre affamato di notizie dalla sua Brescia, ho data una informazione agrodolce sulla situazione religiosa e morale della nostra Brescia.
Forse ho calcato la mano sul tasto nero. Debbo riconoscere che mi trovo sovente circondato da analisi pessimistiche sull’andamento della società, sulla crisi della famiglia, e sulla situazione della gioventù. E i dati pesanti ci sono per sostenerle. Penso al numero elevato di case della vergogna, in crescita nella nostra città. Penso alle famiglie che si sfasciano e ai giovani che si sposano senza condizioni e senza convinzioni necessarie per tenere assieme una famiglia.
Ma con questo solo lamentoso “dove andremo a finire”?, temo si vada a finire male davvero…Bisogna domandarsi subito: “da dove dobbiamo cominciare” per dire efficacemente “dove dobbiamo andare”.
E’ necessario non lasciarsi demoralizzare, ma fare tutto il possibile, fidando nel buon seme e nel cuore generoso dei giovani. 
 
Ed io che sto facendo?
Ed io che cosa sto facendo? E’ la domanda che mi sono sempre fatto: metto sotto accusa gli altri o comincio ad esaminare me stesso? Mi lamento solo o faccio qualche cosa? Qualche cosa mi sembra di avere fatto, nel mio piccolo: ho centoventi ragazzi all’Istituto Artigianelli e una cinquantina a Remedello. Non sono tanti, ma neppure pochi, e mi costano molto, in tutti i sensi… ma che cosa sono di fronte alla grande massa di ragazzi sovente senza guida?
Eppure il Signore non mi domanderà se ho risolto tutti i problemi, ma se ha fatto tutto quello che potevo fare per aiutare quelli che potevo aiutare. La grande massa inoltre è sempre stata cambiata da un minoranza qualificata, capace di guidare e di trascinare gli altri.
Vorrei essere in grado di far sì che tra i miei giovani ce ne siano molti che possano fare parte di questa minoranza, che non si rassegna al male facile, ma si impegni per il bene difficile e costruttivo. Vorrei che fossero un lievito nella massa, un grano di sale nella terra, una scossa nella pigrizia generale. E lo fossero più con il loro comportamento che con le loro dichiarazioni.
Talvolta ho l’impressione che è già un risultato se alcuni di loro si comportano onestamente. Altre volte vorrei che fossero più impegnati.
Ma non mi sembra evangelico fare troppe pressioni per ottenere risultati più alti. Devo seminare, ma anche rispettare la loro libera risposta. Devo soprattutto pregare per loro.

 Una preghiera
Oggi, Signore, di fronte all’arduo compito dell’educazione, ti prego per i miei ragazzi.
Io ho fatto per loro quel poco che potevo e Tu fa per loro tutto quello che vedi necessario.
Non abbandonarli a loro stessi o alle forze del male, talvolta tanto seducente.
Fa’ loro comprendere che quello che facciamo per loro è per prepararli alla vita.
Rendili contenti quando fanno il bene, quando sono laboriosi e onesti e quando onorano il nome cristiano. Metti nel loro cuore una sana inquietudine quando fanno cose errate.
E ridona la pace, quando riconoscono d’aver sbagliato e riprendono il giusto cammino.
Manda il tuo angelo perché il loro piede non inciampi ma prosegua sicuro sulla via che porta alla meta, dove Tu ci attendi.
 

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