LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

sabato 20 luglio 2013

296 - I NUOVI FABBRICATI DELLA COLONIA AGRICOLA

27. Dal “Diario” di Padre Piamarta di Pier Giordano Cabra

In questi giorni l’architetto Arcioni, il progettista del grande fabbricato e della chiesa degli Artigianelli, mi ha consegnato i disegni del nuovo fabbricato per la Colonia Agricola di Remedello. Mi piace molto: portici spaziosi per tutti e tre i piani, in modo da permettere la ricreazione anche quando piove. Appena potrò, mi recherò a Remedello per parlarne con la comunità, prima di dare il via ai lavori.

Un’opera impegnativa

La Colonia agricola di Remedello, tanto stimata, non è mai stata un’attività facile da condurre. Fin dall’inizio ha richiesto un forte investimento di capitali per l’acquisto del fondo. Subito dopo il Bonsignori, geniale innovatore e studioso apprezzato, ha richiesto notevoli somme per dimostrare in breve tempo “i miracoli della nuova , egli ha potuto moltiplicare per tre o per quattro la produzione.agricoltura” e la possibilità di avere l’“America in Italia”. Grazie alla coltivazione intensiva e razionale.
La Colonia agricola è stata una grande opera sociale, che tuttavia è pesata sulle nostre traballanti finanze, dato che il ritorno degli investimenti è stato meno rapido del previsto. Io mi sono trovato fra i due fuochi della progettualità del Bonsignori e del rigore dell’Amministrazione. Ho dovuto mediare tra l’entusiasmo dello sperimentatore e l’eloquenza del bilancio dell’amministratore.

Quale educazione

Fin dall’inizio avevo affiancato a Padre Bonsignori un coltissimo sacerdote della diocesi di Brescia, don Bainzini, che doveva provvedere alla formazione spirituale dei giovani. Ma ben presto don Bainzini si mise a contestare l’indirizzo formativo del Bonsignori, obbligandomi a difendere il sacerdote agronomo dall’accusa di parlare più dei fosfati che di Gesù Cristo. Ho tentato in tutti i modi di far comprendere al colto sacerdote che l’avevo messo accanto al Bonsignori, appunto per la formazione religiosa. Da una parte il prete scienziato avrebbe insegnato come coltivare i campi,dall’altra don Bainzini avrebbe dovuto insegnare come coltivare la propria anima.
Niente da fare: la questione si è risolta quando ho potuto inviare un nostro Padre.
La nostra educazione comprende i due aspetti, quello tecnico e quello spirituale. Ogni visione unilaterale è chiaramente parziale. Anche per questo mi sono deciso a formare personalmente i collaboratori e i continuatori delle nostre opere, che abbisognano di essere condotte con uno spirito particolare e ben assimilato. Un altro problema è stata la presenza di due tipi di alunni:i figli dei proprietari di grossi fondi e gli orfani o figli di piccoli contadini. Solo la paziente opera educativa del Padre Bonini ha saputo farli convivere serenamente

 La Famiglia agricola

Pure l’eccellente periodico, La Famiglia agricola, con una buona diffusione anche tra il clero, non ha sempre avuta una vita facile. Qualcuno si lamentava che la parola del Bonsignori avesse talvolta sostituito il Vangelo, in quanto alcuni parroci, durante l’omelia, davano consigli sulla coltivazione dei campi, lasciando in ombra la Parola di Dio e citando più il Bonsignori che Matteo o Luca. Questo fatto dice il prestigio del direttore di Remedello, ma anche la difficoltà a tenere in equilibrio il come riempire contemporaneamente i granai di quaggiù e quelli di lassù.

Una presenza costante

La Colonia agricola ha richiesto una mia presenza costante, specie per potenziare momenti di formazione spirituale dei giovani. Mentre il Bonsignori sviluppava la sua attività di “apostolo della nuova agricoltura”, occorreva chi facesse la parte degli apostoli del Vangelo eterno. Il che, grazie al cielo, ha permesso di formare agricoltori stimati come produttori e come cristiani. L’educazione integrale: che bel programma, ma che fatica!
 

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