LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

martedì 21 agosto 2012

33 - IL MIO OREMUS PREFERITO

Quando arriva la quarta domenica di pasqua, non posso non commentare l’Oremus della Messa, perché mi sembra un vertice della vita cristiana.
“O Dio che unisci in un solo volere le menti dei tuoi fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo, là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia”
Là siano fissi i nostri cuori, dove è la vera gioia.
Il nostro cuore è un guazzabuglio, diceva Manzoni. In questo momento desidera il bene, fra pochi minuti può desiderare il male. Oggi desidera una cosa, domani un’altra.
La gente dice che al cuore non si comanda, perché è lui che trascina con i suoi desideri instabili: per questo è inquieto, non trovando mai una realtà che lo soddisfi interamente.
Sappiamo anche che il cuore si sofferma di più quando è veramente innamorato: dove è il tuo tesoro, là c’è il tuo cuore. O, più popolarmente: “Là dove c’è Luigi c’è Parigi”
L’Oremus ci fa chiedere di “Tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia” Ora per il cristiano il vero tesoro che nessuno può rubare è Dio con la sua sconfinata felicità che vuole comunicarci.
Dio è il punto fisso dove i nostri cuori devono essere rivolti, per essere saziati, perché Egli “supera ogni desiderio”, Egli è il nostro tesoro, la nostra meta, il nostro tutto.
O Dio che unisci in un solo volere le menti dei tuoi fedeli.
Le menti dei fedeli sono diversissime, perché diverse sono le opinioni, le valutazioni, i punti di vista, le condizioni sociali, le esperienza. E’ difficile trovare due persone che la pensino esattamente in forma uguale. E neppure chiediamo di pensarla alla stessa maniera. Eppure qui si afferma che il Signore unisce in un solo volere le menti dei fedeli. Qual è questo solo volere se non avere fisso il cuore in Dio, nostra gioia vera? Dio vuole che i suoi fedeli, cioè coloro che credono in Lui, pur avendo idee diverse cerchino Lui in tutte le cose e al di sopra di tutte le cose.
San Paolo dice la stessa cosa quando afferma: “Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini”. Concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti.
“Ascolta Israele: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. E il prossimo tuo come te stesso”
Quello che domanda il Signore è una risposta d’amore al suo amore. Ma il comprendere questo non è facile. Oggi domandiamo a Lui di farci comprendere che quello che ci chiede è una risposta d’amore e non un gesto arbitrario della sua volontà.
Chiediamo il dono di amare la sua santa volontà e di farci comprendere che quello che ci chiede è per il nostro bene. Chiediamo anche il dono di “amare ciò che promette”, cioè di amare Lui, perché Egli promette sé stesso, il suo desiderio di farci felici.
Fra le vicende del mondo.
Noi viviamo in questo mondo dove siamo attratti, sedotti, delusi, condizionato dagli alti e bassi delle vicende umane. Anche per questo abbiamo bisogno di un punto di riferimento sicuro che ci permetta di vivere in questo mondo che passa, senza passare con il mondo. Il nostro Oremus ci aiuta ad avere fisso il cuore dove è la vera gioia, perché pone i nostri desideri a contatto col desiderio di Dio di farci felici. E pone il nostro cuore nel cuore di Dio, che non delude mai.

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