Re: «Piamarta,
un esempio per tutti»
IL RICORDO.
Tanti fedeli alla Messa in cui il Cardinale ha ricordato solennemente la figura
del neo-Santo bresciano
«É stato portatore di un modello educativo che rimane attuale e più che mai vincente»
«É stato portatore di un modello educativo che rimane attuale e più che mai vincente»
04/11/2012
«Un esempio
meritevole di imitazione per tutti, che ha onorato il volto cristiano di
Brescia ma anche la vita della società civile». Un riconoscimento a tutto
tondo, quello che il Cardinale Giovanni Basttista Re ieri ha tributato a San
Giovanni Battista Piamarta nel corso della Santa Messa di ieri. Tanti bresciani
hanno partecipato nella Chiesa Cattedrale al momento solenne. Il ricordo di
Padre Piamarta, circondato dalla Santità di cui Papa Benedetto XVI appena due
settimane fa lo ha investito, è stato caratterizzato da «passione ed umiltà»,
le stesse virtù che il 23 dicembre 1865 lui mise nelle mani del vescovo
monsignor Girolamo. Il Cardinal Re, venuto a presiedere la solenne celebrazione
Eucaristica, ha elevato il «piissimo e coraggioso sacerdote bresciano» ad
esempio per tutti. «IL RICONOSCIMENTO ufficiale della sua santità - ha detto il
cardinale nell'omelia - rende esemplare, cioè meritevole di essere indicata
come degna di imitazione, la vita di questo sacerdote bresciano. Egli - ha
aggiunto - ha onorato il volto cristiano di Brescia ed è stato protagonista
della sua storia civile». La fondazione dell'Istituto Artigianelli, ad esempio,
fu uno dei capisaldi della sua opera educativa. «Il punto di partenza di Padre
Piamarta - ha spiegato il cardinale Re - fu quello di cercare il bene umano e
spirituale dei ragazzi, con fiducia nei giovani e con l'impegno di aiutarli,
materialmente e spiritualmente, perché potessero camminare nella vita con le
proprie gambe. Questo fu il suo inconfondibile stile educativo: fare dei suoi
giovani dei bravi artigiani o operai, dei buoni cittadini e degli ottimi
cristiani». Per farlo mise in campo cuore e intelligenza, si circondò di
collaboratori validissimi ispirati dalla Carità, allargò il suo orizzonte fino
alla campagna, con padre Bonsignori fondò una scuola di agricoltura, pretese
sempre che il lavoro fosse mezzo di redenzione e di promozione umana. «ANCHE se
molte cose sono cambiate - ha detto ancora il cardinale -, questo aspetto della
sua opera e delle sue intuizioni mantiene un indubbio valore; dimostra che il
mondo del lavoro e della produzione di beni ha bisogno di fermento evangelico e
di testimoni illuminati da una coscienza, che si sente responsabile di fronte a
Dio e che sa tenere nel debito conto anche la dimensione umana e sociale dei
problemi del lavoro. Lui che tanto ha sofferto - ha aggiunto il celebrante -,
ha dimostrato e dimostra il valore della preghiera intensa e prolungata. Questo
nostro tempo, tanto ricco di tecnologie e tanto povero di valori ha bisogno di
santi come il Piamarta. La sua Congregazione - ha concluso il cardinale Re
ribadendo il concetto dell'esempio virtuoso -, fondata sull'idea di famiglia
per le famiglie, rimane vincente». Ieri in Duomo erano presenti moltissime
figure istituzionali di Brescia, tra cui il prefetto e il sindaco della città
oltre ai vescovi Luciano Monari, Bruno Foresti e Mario Vigilio Olmi, oltre alle
tante persone che naturalmente si sono formate all'interno delle scuole
piamartine.L.C.
Bresciaoggi.it
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