LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

Santuario

 SANTUARIO SAN GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA

Padre Giovanni Battista Piamarta 
è stato proclamato santo il 21 ottobre 2012
da papa Benedetto XVI.


25 Aprile 1913 - 25 Aprile 2013
centenario della morte di padre Piamarta.


DI STRAORDINARIO in questo anniversario, c'è l'annuncio ufficiale dell'assegnazione alla Chiesa della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth del titolo di «Santuario Diocesano», ovvero luogo privilegiato di preghiera, «punto di riferimento - come ha scritto il vescovo, monsignor Luciano Monari, nel documento che accompagna il riconoscimento - per la devozione nei confronti del nuovo Santo, padre dei giovani e aiuto dei genitori, nonché luogo di pellegrinaggio per i numerosi fedeli che dalla Diocesi e da altri luoghi della Chiesa universale si rivolgono alla sua intercessione, per ottenere da Dio grazie e benefici spirituali».


Santuario Piamarta - via Piamarta, 6 
e/o via Avogadro, 23 (salita al castello) - Brescia

Cenni storici

Padre Piamarta non volle una cappella, inserita nei fabbricati e quindi seminascosta, ma una vera Chiesa isolata, dominante, centrale. Doveva essere il cuore di tutto l'Istituto.

Padre Piamarta all'amico lontano P. Secondo Zanetti in data 25 aprile 1906, comunica alcune notizie circa la `chiesetta' in costruzione,  «Ora si sta costruendo una piccola ma  molto bella e artistica chiesetta in mezzo al convitto, ma più in alto a cui si accede per  una scala a uno e poi due rami come quella di S. Giorgio, ve   ne ricordate! Il nuovo convitto con la Chiesa annessi e connessi ci costeranno parecchi sacrifici. Ho gran fondamento di ritenere che la divina Provvidenza mi sarà larga deí fondi necessari».

«Ora è quasi compiuta la Chiesa che vi troneggia in mezzo, capace di oltre 300 giovani e che da quanti l'hanno visitata e competenti è stata ammiratissima e assai lodata per la novità e l'eleganza del disegno, un vero gioiello. Essendo per noi la Chiesa elemento essenziale ed eminentemente educativo, tutti d'accordo, non abbiamo voluto badare a sacrifici di sorta, per condurla a termine. A suo tempo vi manderò la fotografia». 
«Scrivendovi tiro giù alla disperata e non so se nell'ultima vi abbia accennato che noi qui, si farà solennemente l'inaugurazione della nuova chiesa, riuscita assai bella, la festa di San Giuseppe coll'intervento di Mons. Vescovo; sarà questa una festa medicatrice delle non poche e non lievi tribulazioni che il Signore ha piacere di 
pietosamente visitare questa sua opera». 

Interno del santuario

La Chiesa venne dedicata a S. Filippo. Gotica con archi acuti, a croce latina e a tre navate. La navata centrale, che praticamente costituisce la platea della chiesa, per la sua lunghezza è fiancheggiata da due navatelle basse, con due archi per parte, divisi da pilastri e sui pilastri divisori delle navate si ergono in aggetto tre colonne che sostengono gli archiacuti della volta del tempio. Entrando, a destra e a sinistra, ci sono due piccoli ambienti: quello di sinistra dà accesso all'organo, sull'ingresso della chiesa; quello di destra è adibito a confessionale. Sotto le due navatelle la luce viene da tre piccole finestre a nord e a e sud; invece sulla navata centrale da due finestroni per parte, stretti, archiacuti.

Il transetto, a croce latina, ha due altari che fronteggiano le due navatelle: a sinistra l'altare di S. Giuseppe, a destra la Madonna di Lourdes in grotta. A sinistra sulla parete a nord si apre una finestra come quella di destra, parete sud. 



Tomba di San Giovanni Battista Piamarta

Nel transetto a destra ci sta la tomba di padre Piamarta eretta 13 anni dopo la sua morte ad opera dello scultore bresciano Righetti. 
Nell'angolo del transetto di fronte alla Madonna di Lourdes vi è l'inginocchiatoio del P. Fondatore, ove passava le lunghe ore mattutine in preghiera. Al di là del transetto nella parte centrale vi è l'altar maggiore ove fino al 1926 rimase, posto dal Padre, l'altare di legno della prima e seconda cappella. I tre altari sono rivolti verso l'ingresso. Da due finestre rotonde, l'una sul catino della chiesa, l'altra in alto sul muro d'ingresso, filtra una luce che si fa luminosa durante il giorno, perché l'ultima è rivolta verso il sole. 
A sud, la vetrata con la figura di S. Filippo Neri e due bambini in abito cinquecentesco, condotti dal Santo all'altare dell'Immacolata. Sull'altare maggiore una pala di S. Filippo Neri con cinque bambini in abito da paggi, condotti all'altare della Madonna con il Bambino in braccio, e S. Luigi inginocchiato, ha per cornice una soasa stile gotico.

La facciata della chiesa è in cotto, con larghe strisce parallele orizzontali in botticino, fino alla sommità. Un pronao sostenuto da due colonne, ha nella lunetta un affresco, rappresentante il Buon Pastore tra i fanciulli del pittore Ronchi. Più in alto un rosone fra due colonne a fianco sul fastigio, la statua dell'Immacolata di Lourdes. L'ingresso centrale ha una specie di bussola con portone esterno e dentro una porta a cancello di ferro con vetri, fattura delle officine dell'Istituto, come è opera dell'Istituto la porta artistica di ferro con vetri della Chiesa di S. Cristo.
La Chiesa è stata eretta supra firmam petram sulla china del brolo che sale, resa a piattaforma dal faticoso piccone dei muratori, anche per lasciare una intercapedine fra la Chiesa e il ronco. Si accede alla Chiesa mediante una scalinata, all'inizio, a una rampa, poi, a due rampe.

Francesco Giuseppe Facchetti, in una sua documentazione, ci parla dei suoi intagli nella Chiesa. «Sa, lei Padre, chi ha fatto le incisioni e gli intagli della artistica urna? Chi 22 anni prima, ha fatto pure tutti gli intagli che ci sono tuttora nell'artistica chiesa gotica dell'Istituto e cioè: altare, cantoria, confessionale di noce puro stile gotico, il bancone della sacrestia, il portone di entrata principale della chiesa? È sempre stato il medesimo, lo sconosciuto artista, che ha finalmente intagliato, quasi con devozione, il cofano di Castelvedere, e cioè il sottoscritto, all'età di 25 anni. Il primo lavoro da me eseguito fu l'intaglio di entrata della bella chiesa nuova, che vidi nascere fin dalle fondamenta nel 1906 quando io avevo 18 anni... Il secondo lavoro fatto per la chiesa fu la pala (soasa) di S. Filippo Neri all'altar maggiore. Il terzo lavoro furono i due altari laterali. Il quarto la cantoria... perché era l'anno 1912, venticinquesimo della fondazione dell'Istituto, e in quella circostanza venne ad inaugurare l'organo l'organista Tebaldini, che era Maestro di Cappella della Basilica di Loreto, e un bresciano amico del Padre...». Tutti questi intagli furono realizzati nelle officine dell'Istituto per mano di Francesco Giuseppe Facchetti decorato di medaglia d'oro su piano nazionale nel campo teatrale. 
La pala di S. Filippo sull'altare maggiore della Chiesa venne dipinta da una figlia dell'architetto Carlo Melchiotti e si ispirò a un quadretto, che aveva padre Piamarta, rappresentante S. Filippo in mezzo ai giovanetti.

La chiesa costruita su progetto dell’architetto Arcioni, viene inaugurata la festa di San Giuseppe del 1907.
  

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