LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

martedì 20 agosto 2013

325 - IL SACERDOTE BRESCIANO CHE RISPOSE CON LA VITA ALL'EMERGENZA UOMO

Dal meeting di Rimini

Fare bene il bene. San Giovanni Battista Piamarta

Perché a un Meeting sull’emergenza uomo, sull’emergenza di oggi, si parla di un uomo morto cent’anni fa, a Brescia? Perché quell’uomo si chiamava Giovanni Battista Piamarta, era sacerdote, proclamato santo, e soprattutto “rispose con la vita alla domanda di come si fa a vivere”, come dichiara Alberto Savorana aprendo l’incontro delle 11.15 in sala D3, sulla mostra dedicata a Piamarta. Se Brescia è ancora oggi la città operosa che è, lo deve in gran parte all’attività instancabile di quest’uomo e al pullulare delle opere educative da lui fondate. Non per nulla anche il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, sale al microfono rendendo omaggio al santo.
Al tavolo dei relatori siedono il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Gabriele Archetti, curatore della mostra e docente di storia medievale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Alberto Cova, docente di storia economica nello stesso ateneo, Rosino Gibellini, direttore editoriale dell’editrice Queriniana, padre Igor Manzillo, vicario generale della congregazione Sacra Famiglia di Nazareth e postulatore della causa.
È la prima volta che il cardinale Amato arriva al Meeting. È impressionato per lo spazio occupato, il numero dei partecipanti, ammirato dalla qualità delle esposizioni. “Per elencarle tutte – dice – ci vorrebbe un altro Meeting”. Ammirazione è lo stesso sentimento che prova per il sacerdote piemontese, per l’influenza della sua santità nel sociale, la carità con la quale ha intercettato i bisogni degli uomini vissuti a metà Ottocento. “Nei nostri libri di storia – spiega – non viene raccontata la storia dei santi. L’incidenza religiosa nel sociale è considerata nulla. La Chiesa li pone in vetrina come eroi della carità, costruttori della società umana”. Li elenca, è un susseguirsi di nomi impressionante, conclude: “Sono attivi ancora oggi, continuano a essere i nostri benefattori”.
È Archetti a delineare la figura del santo che definisce “Un gigante della carità bresciana”. Piamarta fondò gli Artigianelli, l’istituto di formazione che a metà ottocento accolse centinaia di ragazzi. Centinaia di vite sottratte alla povertà e all’ignoranza. Dentro l’istituto aprì la tipografia Queriniana, divenuta la casa editrice con le firme più autorevoli della teologia moderna: Introduzione al cristianesimo dell’allora cardinale Ratzinger è alla sua diciannovesima edizione. Oltre le mura degli Artigianelli creò la Colonia agricola di Remedello, la prima a dare una formazione teorica, oltre che pratica, agli agricoltori. Figura trainante di numerose vocazioni, diede vita a due congregazioni religiose sull’esempio della Sacra Famiglia di Nazareth.
Piamarta vedeva l’uomo “come un uomo in costruzione – è Manzillo a parlare – da accogliere, accompagnare, educare. Forte delle sue radici che affondavano nella cultura bresciana, nell’infanzia dura di orfano e povero, nella Chiesa della controriforma, nella compagnia spirituale dei suoi santi e quella concreta dei suoi amici.” Tra questi amici c’era Tovini, l’avvocato bresciano padre di dieci figli e leader del movimento cattolico nella seconda metà dell’Ottocento.
“Aveva una concezione del lavoro come restauratore della libertà delle persone”, spiega Cova tracciando il quadro del tempo, oltre che del sacerdote. “Quando Piamarta fa studiare gli agricoltori è per rafforzarli. Quando fa studiare e lavorare i ragazzi agli Artigianelli lo fa per preparare la manodopera per le imprese bresciane ma anche per sostenere l’impresa artigianale”.
La casa editrice da lui voluta raccoglie alcune tra le firme più autorevoli in Europa e nel mondo. Il direttore Gibellini è fiero dei ‘suoi’ libri che entrano nelle facoltà di teologia, negli istituti di scienze religiose, in diverse facoltà universitarie: “Sono scrittori che si interrogano sul cristianesimo. È importantissimo leggerli”. La casa editrice pubblica in sette lingue. Continuando a camminare dentro la società, dentro la Chiesa, ben oltre i confini della Brescia del 1800.
(D.T.)

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