LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

martedì 20 agosto 2013

323 - GENITORI: EDUCARE I FIGLI FIN DALLA GIOVINEZZA

da "i pensieri di padre Piamarta"

Quella via che il tuo figlio avrà intrapresa da fanciullo, sarà la stessa via che percorrerà quando sarà giunto alla vecchiaia.
 

Voi avete figliuoli che fanno tutto quello che vogliono, caparbi, insubordinati, intolleranti del freno della disciplina? Mentre sono piccoli la cosa la si tollera, infatti in piccola età non sono capaci che di piccoli vizi e non sono in grado di mettere a repentaglio né la pace della casa né la riputazione della famiglia. Ma, di grazia, rimangono sempre piccoli i figli? Non crescono in età? Con l'età non si sviluppa la loro persona? E con la crescita della persona non prorompono come fulmini le passioni, proprio perché non sono state domate?
E' questo il tempo in cui i genitori pagano con inutili lacrime il loro sbaglio ...
Animo, su! Sfoderate quella spada di autorità che tenevate nella guaina e che stavate riservando ad un tempo più opportuno. È questo il tempo!


Abitualmente, appena diventano grandicelli i vostri figli, cominciano a manifestare attitudini poco buone e quasi sempre ci si accorge che un' abitudine cattiva prevale sopra le altre. Vedete, per esempio, come il vostro fanciullo manifesta una irrequietezza più forte di quella che è propria dei ragazzi di quell' età; oppure vi accorgete che diventa iracondo e che per un niente va in furia e diventa vendicativo. Altri figli crescono testardi e capricciosi e altri impazienti. Ebbene, voi genitori cristiani dovete lottare contro queste inclinazioni disordinate dei vostri figli prima che queste diventino vizi. Quanto prima comincerete tanto più sicura è la vittoria. Cominciate subito, subito la guerra contro i loro vizi.


Per conto mio vedo che i figli che sono stati lasciati invecchiare e imputridire nei loro vizi per la debolezza dei genitori nel correggerli, ora maledicono questo falso amore e addossano la colpa del loro misero stato, in cui sono ridotti, ai loro genitori. Conobbi un giovane condannato a morte per un grave misfatto che, mentre veniva esortato dal sacerdote che lo assisteva a perdonare i suoi nemici esclamò: «Sì, perdono a tutti fuorché ad una persona». «A chi non perdoni?», chiese il sacerdote. Allora rannuvolandosi tutto in viso e sbarrando gli occhi, serrando i pugni e digrignando i denti gridò come se fosse una belva ferita: «Non perdono a mio padre. Sì, andate e dite a mio padre che il suo figlio prima di morire l'ha maledetto». E pare proprio che quella maledizione sia piombata sul capo di quel disgraziato, perché da quel giorno non ebbe più pace e bene sopra questa terra.


Ecco il vostro figlio che è giunto all'età di 15-18 anni. Comincia a crescergli un poco di lanuggine sul mento, gli crescono i primi stentati baffetti ed è giunto il tempo in cui vuole emanciparsi della potestà paterna e materna. Vuole passare le notti fuori di casa, e comincia a dedicarsi al gioco e agli amoreggiamenti. L'arboscello è diventato albero! Se l'avete raddrizzato prima, adesso è un albero dritto, se non l'avete fatto, ora, anche volendolo raddrizzare, le spezzereste.
 

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