da " i pensieri di padre Piamarta"
È una grande disgrazia vedere come tante persone, pensano, parlano, giudicano gli avvenimenti attribuendo tutto alla fortuna o alla sfortuna.
Uno fa un buon contratto, riceve un favore da un ricco, e lo si dice fortunato.
Un altro perde i soldi in strada, ecc., e lo si dice sfortunato.
Ma, smettiamola miei cari di usare un tale linguaggio proprio dei pagani e non dei cristiani. Noi, noi che siamo nati alla Grazia, noi che siamo i figli della luce e non della notte e delle tenebre, noi che ci formiamo nella fede e siamo alla scuola del Vangelo, sappiamo che tutto dipende dalla divina Provvidenza. Per noi non esiste la fortuna o la sfortuna.
Noi vediamo gli effetti degli avvenimenti, ma non comprendiamo il perché siano avvenuti: per esempio uno scende da un carretto e si sloga un braccio e si rompe una gamba; uno riceve una tegola sulla testa, ecc... Perché tutto questo? Sfortuna? No, No!
«Tu, o Padre, governi tutto con la tua Provvidenza...
Anche i capelli del vostro capo sono contati...
Non si vendono due passeri per cinque soldi? Eppure neppure un uccello è dimenticato dal vostro Padre che è nei cieli... ».
Dobbiamo avere questa persuasione che Dio ci vuole aiutare a sottomettergli la nostra volontà in tutto quanto accade nella nostra vita come il caldo, il freddo o la pioggia.
Che non esca mai dalla nostra bocca la frase: «È un tempo indiavolato!
È stata una stagione maledetta!».
Il tempo e le stagioni sono mandate da Dio e, se non sono buone per noi, lo saranno per gli altri. Se non ci gioveranno in questa vita, ci gioveranno per l’altra.
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