Il promotore dell'Istituto Artigianelli sugli altari
Domenico Agasso jr.
Domenico Agasso jr.
Roma
«Tutto per Dio e per i suoi ragazzi»: così il fondatore Giovanni Battista Piamarta, che oggi è proclamato Santo, viene definito da padre Enzo Turriceni, suo successore alla guida della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth.
Padre Piamarta, nato a Brescia il 26 novembre 1841, ha creato le Congregazioni della Sacra Famiglia di Nazareth e delle Umili Serve del Signore. Dopo un’adolescenza vissuta in condizioni economiche precarie, la vigilia di Natale del 1865 è stato ordinato sacerdote.
Ha dato vita all’Istituto Artigianelli, opera dedicata alla gioventù: l’obiettivo era andare incontro alle esigenze materiali e spirituali di quei giovani che si recavano a Brescia per lavorare. E poi ha avviato la Colonia agricola di Remedello (Brescia): con la realizzazione di questi due progetti la «santità sociale» sognata da Piamarta è divenuta realtà, per i giovani del presente e gli adulti di domani: dare dignità e futuro agli strati sociali più poveri attraverso l’annuncio della Parola di Dio, l’istruzione e il lavoro – artigianato e agricoltura – che diventano strumento di riscatto e crescita sociale, «assicurazione» per il futuro delle generazioni contemporanee e successive.
Padre Piamarta, «un uomo serio – prosegue padre Turriceni - coraggioso e sereno, ha lasciato una traccia importante nella storia della sua città, la Brescia di fine Ottocento, alle prese con le speranze e le enormi fatiche della gente povera, che era la maggior parte della popolazione, e che in quel tempo doveva affrontare le grandi trasformazioni dell’industria nascente e la miseria delle campagne». Piamarta aveva «davanti a sé una società malata di egoismo, di paura e perciò di ingiustizie e di rischi, soprattutto per i più deboli».
E così «comprende che per migliorarla si può e si deve puntare sui giovani; e che, in questo compito, gli adulti non hanno il diritto di starsene con le mani in mano: l’“emergenza educativa” era già un dato di fatto, anche se non lo si diceva con queste parole». «Ne parla con gli amici – continua - coltiva tenacemente il sogno di fare qualcosa che sente urgente; non smette di sperare neppure quando tutto sembra cadere, finché il sogno diventa possibile, sfidando mille impossibilità».
«Piamarta è tutto lì: per Dio e per i suoi ragazzi – ribadisce - dai quali adesso si sente chiamare “padre”. A questo si dedica, per questo si gioca tutto quello che ha e che è».
«Così nasce un esperimento educativo che dura ancora oggi – spiega - far “diventare grandi” attraverso la “severa legge del lavoro” (come dirà Paolo VI) serio e competente; attraverso il “non perdere tempo” con una giornata organizzata in modo creativo; attraverso il gusto del bello e del buono (studio, lavoro, sport, teatro, preghiera), combattendo le tentazioni delle cose facili, comode, scontate. Un’educazione a 360 gradi, full immersion in un clima di famiglia e di amicizie che fanno maturare e diventare responsabili, perché si diventa grandi “dentro” quando si impara a cercare la felicità degli altri più che la propria».
E oggi, un secolo dopo la sua morte – avvenuta il 25 aprile 1913 a Remedello - lo spirito di padre Piamarta, partito da Brescia, soffia in numerose Nazioni: «Si è esteso in Italia e in alcuni Paesi del mondo, si parla di lui anche in portoghese e in spagnolo, in America Latina e in Africa».
Le primissime opere del teologo Joseph Ratzinger, che oggi sul sagrato della Basilica Vaticana lo proclama Santo, sono state fatte conoscere in Italia dalla Queriniana, la casa editrice avviata da Piamarta.
«Così nasce un esperimento educativo che dura ancora oggi – spiega - far “diventare grandi” attraverso la “severa legge del lavoro” (come dirà Paolo VI) serio e competente; attraverso il “non perdere tempo” con una giornata organizzata in modo creativo; attraverso il gusto del bello e del buono (studio, lavoro, sport, teatro, preghiera), combattendo le tentazioni delle cose facili, comode, scontate. Un’educazione a 360 gradi, full immersion in un clima di famiglia e di amicizie che fanno maturare e diventare responsabili, perché si diventa grandi “dentro” quando si impara a cercare la felicità degli altri più che la propria».
E oggi, un secolo dopo la sua morte – avvenuta il 25 aprile 1913 a Remedello - lo spirito di padre Piamarta, partito da Brescia, soffia in numerose Nazioni: «Si è esteso in Italia e in alcuni Paesi del mondo, si parla di lui anche in portoghese e in spagnolo, in America Latina e in Africa».
Le primissime opere del teologo Joseph Ratzinger, che oggi sul sagrato della Basilica Vaticana lo proclama Santo, sono state fatte conoscere in Italia dalla Queriniana, la casa editrice avviata da Piamarta.
Vatican Insider La stampa. it : lunedì 22 ottobre 2012
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