04. Dal “Diario” di Padre Piamarta di Pier Giordano
Cabra
Angone, 1 agosto 1910
Eccomi ritornato al mio abituale luogo di riposo estivo ad Angone, nel comune di Darfo Boario Terme nella bassa Valcamonica a 58 km da Brescia. Oggi mi sono lasciato condurre dall’onda dei ricordi.
Angone, 1 agosto 1910
Eccomi ritornato al mio abituale luogo di riposo estivo ad Angone, nel comune di Darfo Boario Terme nella bassa Valcamonica a 58 km da Brescia. Oggi mi sono lasciato condurre dall’onda dei ricordi.
Dieci anni fa
Ricordo con emozione di aver ricevuto, dieci anni fa, la lettera del nostro amato Vescovo Giacomo Maria Corna Pellegrini che in data 9 marzo 1900 dichiarava : “Approviamo in via di prova il presente Regolamento e benediciamo la nascente Congregazione”. Ricordo sorridendo anche quelli che dicevano: “Non ne ha abbastanza di pensieri il Padre Direttore? Sta rovinandosi la salute per portare avanti l’Istituto e la Colonia agricola di Remedello, ed ora vuole anche mettere in piedi una nuova Congregazione? Si vuole proprio cacciare nei guai”.
Ma io sentivo che l’opera che il Signore mi aveva affidata esigeva uno spirito particolare per essere portata avanti. Non si trattava solo di unire delle persone per fare del bene ai giovani, ma di unire dei cuori e delle menti, per uno scopo condiviso. E questo andava preparato. Mi spaventava considerare le grandi personalità che avevano dato origine a nuove Congregazioni. A Brescia era ancora vivo il ricordo del Pavoni, il cui spirito era tenuto vivo da alcuni religiosi, che poi mi erano stati preziosi collaboratori e suggeritori agli inizi dell’Istituto.
Ma un’intima convinzione mi diceva che avrei potuto imparare da questi grandi, prendendo dal loro esempio e dal loro insegnamento quello che mi sembrava più utile, unendolo al mio desiderio di formare il più possibile una famiglia. secondo il programma di S. Agostino: “Uniti nelle cose necessarie, liberi nelle cose opinabili, sempre animati da carità”. Uniti nell’amore ai giovani, liberi di dare il proprio contributo di lavoro e di opinioni, sempre rispettandoci e stimandoci come membri della stessa famiglia. Ed ecco che il Signore mi ha inviato i primi collaboratori, sacerdoti che venivano per vocazione a “morire con me con i miei giovani” e poi i primi alunni degli Artigianelli, Alberti, Serioli, Galenti, cresciuti con me. E poi i primi alunni Fratelli, Aio e Butturini, sui quali si può contare molto.
Occorreva un Regolamento minimo: ho incaricato P.Ranchetti di stendere una bozza tenendo conto delle Regole già esistenti del passato, che potevano sostenerci nella nostra missione. Soprattutto tenesse presente il Vangelo perché se non tendiamo ad essere evangelici, cioè discepoli di Gesù, perdiamo il nostro tempo ad affermare noi stessi. Ho rivisto il suo lavoro e poi il Vescovo l’ha approvato in via sperimentale. La Chiesa è prudente, quando si tratta di queste cose. Perché fare bei progetti è facile, ma il realizzarli è difficile! Ed ora siamo una ventina; otto sacerdoti, tre chierici e otto fratelli. Il Signore ci ha benedetto.
Due anni dopo, nel 1902, abbiamo fatto la Professione religiosa, ci siamo cioè impegnati a vivere il vangelo e a servire i nostri ragazzi, cercando di crescere nello stesso spirito.. Nel 1908 il Vescovo ha approvato definitivamente la nostra Congregazione, segno che il Signore ci accompagna e continua a benedire i nostri intenti. Non avrei mai, mai e poi mai, pensato di dover dare inizio ad una Congregazione, data la mia modestissima statura umana e spirituale. Quando guardo solo alle grandi personalità del clero bresciano, mi sento un nano di fronte alla loro cultura e al loro prestigio. E penso proprio che aveva ragion il mio San Paolo, quando diceva :Infirma mundi…”Il Signore ha scelto le cose più deboli” per fare le sue opere. Perché, sia chiaro, “quest’opera non è mia, ma Sua”.
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