L'EVENTO. Oggi la canonizzazione in Vaticano davanti al pulpito di Benedetto XVI. L'attesa durante il viaggio, con il vescovo a guidare i fedeli bresciani in trepidazione.
Monari: «Se volete diventare i primi dovete mettervi agli ultimi posti» I giovani piamartini: «Emozione inspiegabile, bello essere qui insieme»
21/10/2012
Federica Pizzuto ROMA
«Se volete diventare i primi dovete mettervi agli ultimi posti. Se volete diventare persone importanti dovete servire gli altri»: è con le parole del Vescovo di Brescia, Luciano Monari, che ha inizio ufficialmente il cammino spirituale, per molti cominciato ieri con momenti di preghiera durante il tragitto Brescia-Roma, e che culminerà oggi con la Canonizzazione di Padre Giovanni Battista Piamarta in Piazza San Pietro in Vaticano. Nella colorata cornice del Santuario del Divino Amore, a Roma, ieri pomeriggio, il Vescovo Monari ha celebrato una prima cerimonia eucaristica stimolando i tanti fedeli provenienti da diversi paesi del mondo a raccogliersi spiritualmente attorno alla figura di Padre Piamarta, «un prete straordinario nella sua umiltà» ricorda Padre Enzo Turriceni, superiore generale della congregazione Sacra Famiglia di Nazareth. Le grandi e avvolgenti vetrate colorate del Santuario del Divino Amore hanno reso ancor più visibile la diversità dei colori e delle nazionalità dei fedeli che hanno preso parte alla Santa Messa. TRA I TANTI stranieri circa duecento quelli provenienti dal Brasile e venuti in Italia per assistere alla cerimonia con cui Papa Benedetto XVI oggi renderá Santo colui grazie al quale molti bambini e molti poveri hanno avuto una seconda possibilità. «We are proud of him» («siamo fieri di lui») dichiara Zulmira Pires De Abreu, brasiliana, sottolineando come l'insegnamento di Padre Piamarta sia stato così forte da superare i confini nazionali e continuare nel tempo ad essere tramandato, soprattutto attraverso gli istituti scolastici. E sono, forse, proprio i giovani ad essere i primi beneficiari di un evento così importante, quegli stessi, come messo in evidenza dal vescovo Monari. «Essere qui e potersi ritrovare insieme è una bellissima esperienza» spiega Filippo Rodella, 16 anni, che ammette di essere anche un po' emozionato pur non essendo la prima volta che viene a Roma. Con lui ci sono altri 300 alunni dell'istituto «Bonsignori» di Remedello, l'ex colonia agricola che padre Piamarta fondó dopo gli «Artigianelli». «Per noi la vita e le opere buone di Piamarta sono un modello da seguire» sottolinea Martina Castellini, anche lei sedicenne, di Gottolengo e frequentante l'Istituto «Bonsignori». In modo particolare ai giovani sembra essersi rivolto il vescovo di Brescia durante l'omelia. Riferendosi alla lettura dal vangelo, monsignor Monari ha chiarito la scelta di Giovanni e Giacomo, figli di Zebedeo, di rinunciare alla propria vita purché gesù mettesse in opera il suo disegno di amore. «La rinuncia alla propria vita caratterizza la vita di tutti i santi e questo è stato anche il cammino di padre Piamarta, che ha rinunciato a se stesso e al proprio tempo poiché, dinanzi agli orfani ha sognato di dar loro un segno di speranza e di dignità umana», ha spiegato il vescovo di Brescia, ponendo così l'attenzione sulla trasformazione che Giovanni Battista Piamarta ha esercitato sulla società, rendendola più umana e centrata su coloro che altrimenti sarebbero stati emarginati. «Padre Piamarta ha fatto sí che gli orfani e i poveri diventassero i suoi padroni, e che il loro bene fosse il suo unico desiderio» ha aggiunto il vescovo invitando l'intera assemblea «a dire sí al Signore, imparando a seguirlo nella gioia e nel dolore, poiché la canonizzazione del beato Piamarta diventi evento vero della vita». Dopo l'omelia, i fedeli sono rimasti ammaliati dalla danza e dai canti che un gruppo di piamartini angolani hanno portato in scena all'interno del santuario, provocando un intenso applauso che recava in sé tutto il carico di una gioia che oggi i piamartini, quando padre Giovanni sarà proclamato Santo, non soffocheranno per alcuna ragione.
Bresciaoggi.it
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