Omelia del cardinale Angelo Amato nella celebrazione all'Istituto Artigianelli di Brescia - nel Centenario della nascita la cielo di San Piamarta - (1913 -2013).
(...) Quale fu il segreto dell'apostolato di questo sacerdote, dal temperamento sanguigno e dall'attività instancabile?
(...) Il giorno della sua canonizzazione, il 21 ottobre 2012, Papa Benedetto XVI affermava: «Il segreto della sua intensa ed operosa vita sta nelle lunghe ore che egli dedicava alla preghiera. Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore. Preferiva le soste davanti al Santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e resurrezione di Cristo, per attingere forza
spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali».
Come tutti i giusti, anche Padre Piamarta viveva di fede. (...) Egli aveva un cuore sensibile per tutte le forme di povertà, di indigenza materiale e spirituale del prossimo,
soprattutto dell'infanzia e della gioventù. Per questo si sacrificava fino all'olocausto; «Passare ore e ore, anche di notte, al letto degli infermi, soccorrere i poveri e le vedove
privandosi del necessario, risparmiare e far risparmiare anche nelle spese indispensabili per mantenere più ragazzi possibile nel suo Istituto fu un suo modo costante e spontaneo di agire, anche nei confronti dei suoi oppositori ed avversari».
Di fronte a questa sua spiccata carità verso il prossimo, un testimone commenta: «Egli aveva sulla bocca il suo programma nelle parole di Gesù: “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me stesso, tutto ciò che fate a uno di essi lo fate a me medesimo».
(...) E ancora oggi San Giovanni Battista Piamarta, attraverso i suoi figli spirituali, accoglie i piccoli, come Gesù, istruendoli, educandoli alla vita buona del Vangelo, preparendoli a diventare nella società fedeli cristiani e onesti cittadini.
A quale scuola si formò il nostro Santo? San Giovanni Battista Piamarta non è seguace di alcuna ideologia, ma solo di Gesù e del suo Vangelo. La sua sporgenza sociale ed educativa è esclusiva conseguenza della saggezza cristiana.
Proprio per questo non effimera, non passa di moda, ma mostra i suoi fiori e i suoi frutti nella incessante primavera della storia della Chiesa.
(...) La Chiesa, nostra madre e maestra, è fiera dei suoi figli Santi, che sono i messaggeri più eloquenti e convincenti del Vangelo di Cristo. (...) I Santi sono una benedizione per tutti, anche per coloro che non credono, perché sono operatori di pace, persone miti e caritatevoli verso tutti, perdonano e pregano anche per i loro nemici. Non discriminano nessuno. Tutti vengono accolti dall'abbraccio della loro carità, indipendente dalla razza, dalla religione, dalla condizione sociale.
(...) I Santi sono necessari ancora oggi, perché ancora oggi l'umanità ha bisogno di uomini e donne sapienti e miti. Il concilio ecumenico Vaticano II ha ricordato a tutti i battezzati la loro innegabile vocazione alla santità, che fiorisce non solo in sacrestia, nei sacerdoti e nei consacrati, ma anche in piazza, nelle madri e nei padri di famiglia, nei giovani e nei bambini, negli ammalati e nei carcerati, nei professionisti di ogni genere della nostra società. Anche i Santi sono un prezioso patrimonio dell’umanità, perché dovunque germoliano son contemplati, ammirati, imitati. Essi appartengono agli eroi della storia universale, perché elevano la qualità etica e religiosa dell'umanità.
In questa luce si comprende il significato e il valore della santità apostolica, che il nostro Santo lascia in eredità a tutti, soprattutto ai suoi Figli e Figlie spirituali (. . .).
(...) Quale fu il segreto dell'apostolato di questo sacerdote, dal temperamento sanguigno e dall'attività instancabile?
(...) Il giorno della sua canonizzazione, il 21 ottobre 2012, Papa Benedetto XVI affermava: «Il segreto della sua intensa ed operosa vita sta nelle lunghe ore che egli dedicava alla preghiera. Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore, con il Signore. Preferiva le soste davanti al Santissimo Sacramento, meditando la passione, morte e resurrezione di Cristo, per attingere forza
spirituale e ripartire alla conquista del cuore della gente, specie dei giovani, per ricondurli alle sorgenti della vita con sempre nuove iniziative pastorali».
Come tutti i giusti, anche Padre Piamarta viveva di fede. (...) Egli aveva un cuore sensibile per tutte le forme di povertà, di indigenza materiale e spirituale del prossimo,
soprattutto dell'infanzia e della gioventù. Per questo si sacrificava fino all'olocausto; «Passare ore e ore, anche di notte, al letto degli infermi, soccorrere i poveri e le vedove
privandosi del necessario, risparmiare e far risparmiare anche nelle spese indispensabili per mantenere più ragazzi possibile nel suo Istituto fu un suo modo costante e spontaneo di agire, anche nei confronti dei suoi oppositori ed avversari».
Di fronte a questa sua spiccata carità verso il prossimo, un testimone commenta: «Egli aveva sulla bocca il suo programma nelle parole di Gesù: “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me stesso, tutto ciò che fate a uno di essi lo fate a me medesimo».
(...) E ancora oggi San Giovanni Battista Piamarta, attraverso i suoi figli spirituali, accoglie i piccoli, come Gesù, istruendoli, educandoli alla vita buona del Vangelo, preparendoli a diventare nella società fedeli cristiani e onesti cittadini.
A quale scuola si formò il nostro Santo? San Giovanni Battista Piamarta non è seguace di alcuna ideologia, ma solo di Gesù e del suo Vangelo. La sua sporgenza sociale ed educativa è esclusiva conseguenza della saggezza cristiana.
Proprio per questo non effimera, non passa di moda, ma mostra i suoi fiori e i suoi frutti nella incessante primavera della storia della Chiesa.
(...) La Chiesa, nostra madre e maestra, è fiera dei suoi figli Santi, che sono i messaggeri più eloquenti e convincenti del Vangelo di Cristo. (...) I Santi sono una benedizione per tutti, anche per coloro che non credono, perché sono operatori di pace, persone miti e caritatevoli verso tutti, perdonano e pregano anche per i loro nemici. Non discriminano nessuno. Tutti vengono accolti dall'abbraccio della loro carità, indipendente dalla razza, dalla religione, dalla condizione sociale.
(...) I Santi sono necessari ancora oggi, perché ancora oggi l'umanità ha bisogno di uomini e donne sapienti e miti. Il concilio ecumenico Vaticano II ha ricordato a tutti i battezzati la loro innegabile vocazione alla santità, che fiorisce non solo in sacrestia, nei sacerdoti e nei consacrati, ma anche in piazza, nelle madri e nei padri di famiglia, nei giovani e nei bambini, negli ammalati e nei carcerati, nei professionisti di ogni genere della nostra società. Anche i Santi sono un prezioso patrimonio dell’umanità, perché dovunque germoliano son contemplati, ammirati, imitati. Essi appartengono agli eroi della storia universale, perché elevano la qualità etica e religiosa dell'umanità.
In questa luce si comprende il significato e il valore della santità apostolica, che il nostro Santo lascia in eredità a tutti, soprattutto ai suoi Figli e Figlie spirituali (. . .).
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