LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

giovedì 20 settembre 2012

83 - NIENTE AVVIENE PER CASO

"Primo incontro con padre Piamarta" di Pier Giordano Cabra

Capitolo primo

1. Niente nella vita avviene per caso. Tanto meno nella vita dei santi. A Brescia ci sarebbe stato bisogno, nella seconda metà dell’Ottocento, in piena rivoluzione industriale, di un intervento speciale tra i giovani, ed ecco che il 26 novembre 1841 nasce un maschietto, battezzato il giorno dopo nella chiesa di San Faustino con none di Giovanni Battista, figlio di Giuseppe Piamarta e di Regina Ferrari.

2. Il nostro piccolo Giovanni Battista, dovendo svolgere la missione di sollevare i poveri, nasce povero e cresce in un ambiente povero e sentirà le privazioni della povertà. Avrebbe voluto avere una giacca per meglio difendersi dal freddo, ma deve accontentarsi della maglia di lana fatta in casa dalla mamma. E le scarpe…le belle scarpe…invece solo zoccoli di legno. Dovendo comprendere e sostenere i ragazzi difficili, non ebbe un carattere facile, perché potesse capire che un conto è dire belle parole, un conto è realizzarle. E che per crescere bisogna faticare e spesso lottare contro se stessi.

3. Non era però un caratteraccio, ma un “caratterino” sì: tenace fino ad essere testardo, pronto a scattare e a infuriarsi quando qualche cosa non andava. Ma mamma Regina vigilava e non ne lasciava sfuggire una. Come quella volta che il nostro ragazzino di sei o sette anni, piantò lì la minestra sulla tavola, perché non gli andava. Mamma Regina al mattino dopo gli ha fatto trovare sulla tavola solo quella scodella disdegnata. A mezzogiorno ancora lo stesso piatto e la stessa reazione, così come alla sera, finché il giovane contestatore si dovette piegare e imparare che l’erba “voglio” non sempre è possibile farla crescere nel proprio orto. Imparò che nella vita la prima cosa è saper cambiare se stessi, prima di cambiare le cose fuori di noi. Perché non sempre si possono cambiare o migliorare gli altri o le cose, ma sempre possiamo migliorare noi stessi.

4. La mamma lo conduceva con se alle funzioni nella grande chiesa di San Faustino. Non c’era molta strada da fare, perché abitavano quasi di fronte: dovevano solo attraversare il ponte. Egli partecipava volentieri alle varie cerimonie, anche perché, essendo dotato di una splendida voce, gli era riservato l’onore di fare il solista nel coro della Parrocchiale di San Faustino. La mamma lo conduceva davanti all’altare della Madonna e gli diceva che è Lei la mamma di tutti. Non lo dimenticherà mai e ripeterà mille e mille volte questa consolante lezione, che era diventata una dolce esperienza del cuore.

5. A nove anni la morte passa per la prima volta nella sua vita e gli rapisce la persona più cara, la carissima mamma Regina. Il papà fa il barbiere ed è fuori casa tutto il giorno. E quando rientra alla sera qualche volta ha in corpo qualche bicchiere in più, perdendo di autorevolezza. Dovendo prendersi cura degli orfani, è preparato a provare sulla sua pelle che cosa significhi restare presto orfano, soffrire silenziosamente la solitudine, avvertire di non avere nessuno che si interessa di te, che ti attende in casa, una casa che diventa improvvisamente vuota e silenziosa.

6. Di Giovannino si interessa come può il nonno materno che la sera lo incanta con i racconti della Storia Sacra, cioè con episodi della Bibbia. I racconti del nonno sono stati per secoli come le telenovelas o le fictions televisive di oggi. Si appassionerà tanto a questa Storia che ne diventerà un abile e attesissimo narratore ai suoi giovani, che ricorderanno a lungo gli intriganti racconti, con le incisive conclusioni per la vita.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Contatore per siti