Di fronte ai contemporanei
Ho sempre trovato nel P. Piamarta una fede viva; la manifestava nella celebrazione della S. Messa, nel predicare, nel correggere, nell’impedire il peccato, nel promuovere il bene. Sapeva sollevare anche gli altri alla fiducia in Dio (M. Treachi, Summ. 30 §114).
Soprattutto dal calore delle sue prediche appariva la sua fede: stigmatizzava i cristiani di carta pesta, come diceva lui. Sempre si vedeva in lui, atti e parole, il sacerdote e non l’uomo. Poneva sempre appoggio nella provvidenza e lo inculcava a noi. Nei momenti critici ci faceva pregare. Confidava più nel Signore che negli uomini (S. Figaroli, Summ. 42 § 159).
Ebbe fede soprannaturale paragonabile alla fede di Abramo, il cui esempio citava di frequente. Anche le difficoltà insorgenti dal mistero della predestinazione veniva da lui risolta da una gran fede nelle affermazioni della bontà di Dio il quale vuol salvi tutti e può salvarli diceva, pur rispettando la loro libertà (P. Galenti, Summ. 57 §188).
La fede era l’unico movente della sua attività e per la fede era disposto a dare anche la vita, e questo l’ho sentito affermare più volte, e nella predicazione inculcava a tutti l’amore alla fede: tutti gli avvenimenti li vedeva nella luce della fede (P. Serioli, Summ. 91 § 234).
Fu un uomo di grande fede che la dimostrava nella predicazione perché gli veniva dal cuore. Si adoperava molto perché anche le anime lontane si avvicinassero […]. Pregava moltissimo, si può dire che fosse quasi sempre in preghiera […]. Nella predicazione era forte, convincente, attraente. Talvolta quando spiegava la storia sacra la campana dava il segnale della fine: i ragazzi erano malcontenti perché avrebbero desiderato che continuasse (I. Mora, Summ. 103 § 263).
L’ho visto pregare in tal modo che se ne vedono pochi pregare così. E ripeteva anche a noi ragazzi: «bisogna avere fede, ragazzi! bisogna aver fede!». E nelle prediche pure traspariva questa fede in Dio (S. Astesati, Summ. 108 § 281).
Viveva di fede. Tutta la sua vita era basata su Dio (G.B. Giacomelli Summ. 131 § 349).
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