LA PRESENZA DELLA CONGREGAZIONE SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH NEL MONDO

martedì 10 marzo 2015

366 - IL MIO SILENZIO

43. Dal “Diario” di Padre Piamarta di Pier Giordano Cabra

A chi mi ha chiesto, con una certa curiosità, che cosa faccio là da solo, avvolto nel silenzio della chiesa vuota, la mattina presto, a lungo, assorto, quasi immobile, con il solo movimento di prendere in mano un libro e di deporlo sull’inginocchiatoio, di riprenderlo e di riporlo, ho risposto: “Ascolto il cuore di Dio nella sua Parola” . Ma anche: “Leggo la lettera che ogni giorno mi invia il mio Signore, per rassicurare il mio cuore, perché io possa camminare sicuro lungo le sue vie e, possibilmente, possa condurvi anche quelli che Lui mi ha affidato”. La lettera che Egli mi invia ogni giorno, la trovo nella Sacra Scrittura, che scruto e medito, prendendo e riprendendo in mano il libro della Bibbia per lasciarmi incendiare dal fuoco che essa vuole trasmettere. Mi sembra, in certi momenti, di compiere un volo tra le fiamme. Avvicinarsi alla Bibbia è avvicinarsi a un roveto ardente che non si consuma, ma che vuol incendiare. Questa mattina ho incontrato questa bella annotazione di San Gregorio di Nazianzio: .”La fiamma che divora il pastore diventa luce per il gregge”. Ogni mattina dovrei avvicinarmi al roveto ardente della Parola di Dio, affinché io possa essere divorato dalla fiamma d’amore e diventare,con il mio stesso essere, luce per quelli che incontro. E così mi rendo conto per esperienza che è dal silenzio che nascono gli incontri decisivi e maturano le intuizioni e le parole più profonde e toccanti.

Sul Monte Maddalena

Talvolta mi viene da pensare che il Signore stesso abbia messo dentro di me un grande bisogno di silenzio, dal momento che fin da piccolo mi ritagliavo volentieri spazi di solitudine. Forse è per questo che una delle mie prime birichinate avventurose è stata quella di salire sul vicino monte della Maddalena con l’intenzione di fare l’eremita, assieme al mio amico Franchini. Giunti sopra, il silenzio cercato ci è apparso sconfinato e ci ha fatto talmente paura che, complice la fame, la nostra vocazione eremitica si è trasformata in una precipitosa discesa verso la ben nota casa paterna. Eppure quella salita mi è rimasta nel cuore come qualche cosa di incompiuto. Sempre più vedo la mia vita come una salita al monte di Dio, un monte avvolto nel silenzio che introduce poco a poco nel Suo mistero.Una salita, ora nella nebbia, ora nel sole. Ora nella nube tenebrosa, ora nella nube luminosa, ma sempre verso il silenzio sconfinato e immenso del Suo mistero che tutto avvolge. E penso che è bello immergermi nel mio silenzio per ascoltare la Parola del Signore, perché quando sarò immerso nel silenzio di tutte le cose allora spero di essere in grado di parlare al Signore con la lingua degli angeli e dei santi che lo lodano incessantemente.

La Messa

Il silenzio mi fa entrare anche nel mistero della celebrazione quotidiana della Santa Messa. Quando ascolto il silenzio, mi sembra di partecipare sensibilmente alla liturgia celeste, dove miriadi di santi e di angeli glorificano il Signore per la sua immensa grandezza e bontà. Mai come allora mi sento in compagnia lieta e incoraggiante, felice ed esultante, che rende grazie al Padre per avere tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, attraverso la ripresentazione del sacrificio del Figlio, assieme a tutta la Chiesa celeste, terrestre e purificante. C’era un santo che diceva che occorrerebbero tre eternità per celebrare degnamente una Messa: una eternità per prepararsi, una per celebrare, una per ringraziare. Devo ricordarmi spesso questo, specie quando mi sembra di non avere tempo da dare al silenzio, che favorisce il contatto con l’Eterno, con l’Infinito, con le cose che restano.. Signore, fammi diventare una finestra aperta sul tuo mondo che prepari ai tuoi figli, per portare sulla terra almeno l’ombra del tuo splendore.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Contatore per siti